IL PROGETTO DI RESTAURO 

Il santuario di Magno, che sorge a 700 metri sul monte Cimone, ad ovest del paesello, in località “Guàrda”, come attestano due iscrizioni tuttora visibili (una delle quali in latino), è stato ricostruito per conto del Comune di “Magno sopra Inzino”, grazie alle elemosine della popolazione. Le opere murarie furono eseguite dal 1737 al 1742 da mastro Domenico Fiorenza, di origini comasche, residente a Inzino. Allora il piccolo borgo era abitato da sole 134 “anime”, come attestato dal parroco dell’epoca Don Giuseppe Aguzzi (nativo di San Vigilio), promotore di questa sacra realizzazione. Si trattò di un’impresa epica e memorabile per quei tempi nella Valle del Mella. Il gioiello più prezioso del sacro tempio è il meraviglioso ciclo di Pietro Scalvini, detto “il Tiepoletto bresciano”, ossia il piccolo Tiepolo di Brescia, in riferimento al grande Gian Battista Tiepolo, insigne pittore, nato a Venezia nel 1696 e morto a Madrid nel 1770, di cui lo Scalvini, nato a Brescia nel 1718 ed ivi morto nel 1792, è stato imitatore, pur manifestando peculiarità singolari proprie. Al di sopra del cornicione, alla base del lunettone sud del presbiterio dell’alpestre chiesetta, s’ammirano una tavolozza da pittore con colori e pennelli e la firma di Pietro Scalvini, accompagnate dalla data 1742. Ma tutta la cappella - dalla volta trompe-l’oeil alle pareti laterali e centrale, con la pala di Antonio Paglia, firmata e datata 1741, all’altare - è stata affrescata dallo Scalvini, che nella campata a sinistra, la prima rispetto al presbiterio e la seconda rispetto all’unica navata, ha dipinto anche una deliziosa, mirabile Immacolata, incorniciata in una finta nicchia, al centro di un altare prospettico, databile intorno al 1762. Fino al 1927 il santuario, dominante la Valtrompia centrale, era sotto la giurisdizione e proprietà del Comune di Magno sopra Inzino (citato a partire dal 1444), soppresso nel 1927 e aggregato - con Inzino - all’unico Comune di Gardone Valtrompia dal primo gennaio 1928. Il progetto di restauro nasce da un’idea del prof. Carlo Sabatti, condivisa dall’ing. Sandro Guerrini nell’anno 2019.

Solo successivamente è stata coinvolta l’Associazione Storico Culturale “Valtrompia Storica”, presieduta da Armando Signorini. La finalità dell’intervento è quello di garantire la conservazione di questa importante testimonianza artistica che documenta la sensibilità e la cultura delle popolazioni della montagna e che appartiene a tutto il patrimonio della Lombardia. Nel contempo la realizzazione del progetto consente di accrescere la diffusione della cultura artistica tra le giovani generazioni. Con questo restauro pittorico ed estetico, atteso da oltre cinquant’anni, si concretizza finalmente un sogno da tempo caldeggiato. Si giunge così al 17 aprile 2019, quando la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Ambientali e del Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia approva le opere di restauro delle pareti interne ed esterne e dei portali in pietra del santuario civico di San Bartolomeo di Magno di Gardone V. T., secondo le modalità proposte dal maestro Romeo Seccamani, notissimo restauratore bresciano, con la collaborazione dell’ingegner Sandro Guerrini, pure bresciano, che ha al suo attivo importanti interventi di salvaguardia di edifici sacri e palazzi antichi di Brescia e provincia, e non solo. Importante è stata la collaborazione con l’Amministrazione comunale di Gardone V.T., che a nome del Comune proprietario del santuario, con delibera 175/2019 ha condiviso il progetto, mentre la Convenzione, indispensabile per il proseguo dell’intervento, è stata stipulata il 10 ottobre 2019 tra il Comune di Gardone V.T., rappresentato dall’Arch. Claudio Fausto Baldussi, l’Associazione Storico Culturale Valtrompia Storica rappresentata dal Presidente Sig. Armando Signorini e l’Associazione Nazionale Alpini Gruppo di Gardone V.T., custode del santuario, rappresentata dal Capogruppo Sig. Guido Pomi. L’accordo ha affidato all’Associazione Valtrompia Storica le opere di restauro dei dipinti murali, del santuario di S. Bartolomeo di Magno.

L’importo complessivo del progetto iniziale ammontava a 191.143,70 euro e i lavori erano suddivisi in 5 lotti, comprendenti gli affreschi della cupola, del presbiterio, della navata, gli intonaci esterni, la facciata e i portali in pietra. Il primo giugno 2020 è stato aperto il cantiere e un elicottero ha trasferito al santuario le impalcature ed i materiali necessari, consentendo l’avvio dei restauri pittorici della volta del presbiterio da parte di Romeo Seccamani e della sua équipe. Dopo un’approfondita indagine sugli affreschi, si è riscontrato che la superficie dipinta non presentava fortunatamente gravi lacune nella materia pittorica. Questo ha permesso una forte riduzione del costo stimato e ovviamente una diminuzione delle ore di lavoro, chiudendo così il primo lotto, relativo alla cupola e alla parete di fondo del presbiterio, con una spesa di 22.110,00 euro.

Nella tarda primavera dell’anno successivo sono ripresi i lavori.

E si è trattato di un maggiore, nuovo impegno, che la ditta Panizza 1914 e il maestro Romeo Seccamani con la sua équipe di restauratori hanno saputo svolgere con maestria e competenza. Alla metà del mese di settembre 2021, e cioè in un tempo abbastanza ridotto, il restauro dei dipinti interni delle pareti del presbiterio e della navata e degli intonaci della parete esterna a nord del santuario di S. Bartolomeo è terminato. Il costo dell’opera, prevista dal secondo lotto, a consuntivo, ammonta a quella data a 40.000,00 euro. Per raggiungere la completezza del progetto approvato a suo tempo dalla Soprintendenza, restano ancora da compiere i lotti relativi alla facciata e ai portali in pietra, ma si tratta di interventi non fondamentali.

Le risorse messe in campo fino ad oggi derivano dalle gentili donazioni di privati e da contributi degli Enti pubblici: 25.000,00 euro donati da Eleonora (Noretta) Miselli, vedova dell’industriale Edoardo Racheli di Gardone V. T.; 11.000,00 euro da parte del Comitato “Restauri di S. Bartolomeo di Magno”, presieduto da Carlo Sabatti; la somma è stata ricavata dalle vendite delle due edizioni del volume del santuario del 1996 e 1992, generosamente sponsorizzate; 2.500,00 euro donazione Art Bonus della ditta Tavana s.r.l. 10.000,00 euro dalla Regione Lombardia tramite il progetto “Geometrie di valle: per un piano integrato della cultura in Valle Trompia”. 10.000,00 euro dalla Comunità montana di Valle Trompia Contributi minori, ma comunque importanti, sono stati elargiti dal Comune di Bovegno, dalla Cassa Padana, dalla ditta Fly Global Service e dall’Associazione Valtrompia Storica.

Un sentito ringraziamento va poi a tutti gli altri benefattori, grandi e piccoli, che con la loro donazione hanno contribuito a ridare la luce al piccolo santuario alpestre. Esprimo la mia profonda gratitudine per due associazioni del territorio, cioè il gruppo degli Alpini di Gardone, Inzino e Magno, che da 25 anni sono i fedeli e attenti custodi del bel santuario, e i volontari della ODV Protezione Civile di Gardone Valtrompia, per la loro preziosa collaborazione in questi due anni di lavori.

Ho volutamente lasciato alla fine di queste note le persone che più di tutte hanno lavorato per la buona riuscita del progetto: Carlo Sabatti, un grande amico, magnifico esperto della storia e dell’arte valtrumplina e un meraviglioso collaboratore dell’Associazione che presiedo, l’ing. Sandro Guerrini direttore dei lavori e il maestro Romeo Seccamani con Eleonora Bertolazzi e Angela Binetti per aver concluso un complesso restauro, condotto egregiamente.

di Armando Signorini

 

 

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