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Costruito nel XVIII° secolo. dalla ricca famiglia borghese dei Chinelli, presenta una pianta a L in cui il prospetto della facciata si può dividere in tre parti: una volta su via Mazzini e le altre due convergenti ad angolo sul cortile.
Da via Mazzini si accede al cortile mediante un bel cancello in ferro battuto. Ai lati due pilastri sulla cui sommità è riprodotto il giglio (stemma guelfo della Valle), il tutto conferisce alla costruzione un senso di linerarità, equilibrio ed eleganza.
Le finestre del piano terra sono chiuse da inferriate, quelle del piano nobile presentano una ricca decorazione in stucco e frontoncino ricurvo, mentre le nelle finestre del secondo piano la semplice cornice presenta alcuni elementi decorativi. Le fasce marcapiano e le gronde hanno anch’esse elementi decorativi come la grande loggia su via Costa alta.

 

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Una monumentale fontana ( originariamente con doppia vasca anche all’esterno del muro ), formata da un mascherone e valva di conchiglia, crea un effetto decorativo al cortile sul quale si affacciano due ingressi. uno dei pochi frammenti della decorazione originale.
Al primo piano il Salone del Consiglio Comunale, probabilmente antica sala da ballo, reca sul soffitto, leggermente a volta, un affresco di Giuseppe Mozzoni 1937, la fucina di vulcano. Sulla parete di fronte un elegante camino settecentesco è sovrastato dallo stemma civico in marmo, mentre prima del restauro lungo le pareti si potevano leggere alcuni versi di G:Carducci tratti dalla raccolta Juvenilia: “ O del Mella Viragine forte, batti pur sulle incudin sonanti “
Sempre del Mozzoni è il progetto di decorazione del salone in acquerello esposto nella adiacente saletta, mai realizzato. Esso prevedeva scene della raffigurazione in cui il Senato della Serenissima accorda privilegi agli eccellenti armaioli di Gardone V.T. Dovevano essere rappresentati inoltre quattro celebri condottieri: Giovanni dalle bande nere, Emanuele Filiberto, Bartolomeo Colleoni, Giulio Cesare e una serie di putti. Nelle sovrapporte due esempi di lavorazione del ferro.
Nel saloncino attiguo è emersa dal restauro di Adriano Ansaldi, un’interessante decorazione ad affresco del 700, nella parte soffittata una prospettiva con elementi architettonici e intorno una serie di paesaggi contornati da cornici barocche a racemi e fiori.

 

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Nella volta leggermente ricurva della saletta adiacente si ammira un medaglione con figure allegoriche settecentesche, mentre nella vicina sala del Sindaco sempre il Mozzoni nel 1937 ha realizzato un affresco di Diana Cacciatrice.
Nel saloncino della Giunta, è collocato un monumentale camino del 500 recuperato dalla casa ex Rossi di Piazza San Rocco. Nella volta resti di un temperone del 1936 (Oro alla patria del Pittore valtrumplino Giustacchini );
Inoltre le sale ospitano alcune tele provenienti dall’alpestre santuario di San Bartolomeo a Magno.
I locali del secondo piano, destinati agli uffici, non presentano elementi di particolare interesse.
Una osservazione si rende necessaria per il cortiletto interno dei servizi, sul quale si affacciavano le cucine e la dispensa.
E’ ancora visibile il forno del pane, la lavanderia e un pozzo per gli usi della casa. Merita particolare interesse un’apertura nella volta del portico utilizzata come sistema di riscaldamento. Infatti il calore del forno veniva convogliato in alcuni cunicoli per riscaldare altri ambienti del palazzo.
Sempre al piano terra ( ufficio stato civile ) è da segnalare la presenza di un camino del XIX° secolo nel quale è posta una pietra da riverbero in Verrucano Lombardo ( roccia sedimentaria tipica dell’alta valle ) rappresentante una scena venatoria e datata 1854.
Va rilevato che gli ultimi restauri hanno accertato che alcune parti del palazzo risultano più antiche, fatto abbastanza consueto nel XVIII° secolo dove vecchi edifici venivano ristrutturati e inglobati in nuove costruzioni più spaziose, e monumentali come il caso di palazzo Chinelli.

 

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